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giovedì 28 agosto 2008

Convegno "Ad Fontes" - Relazione

CENTRUM LATINITATIS EUROPAE
Convegno: “Ad fontes”

L’Aquila – Sala Celestiniana – Basilica di Collemaggio
Domenica 24 agosto 2008 ore 18,30

Relazione del Presidente della Delegazione C.L.E. Abruzzo-Molise
Avv. Paolo Enrico Guidobaldi
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Vi ringrazio per aver accettato l’invito e di essere presenti così numerosi in questo caldo pomeriggio d’estate e preferire, agli svaghi della domenica, argomenti culturalmente impegnativi ed unitamente al saluti del Direttivo del CLE Abruzzo Molise aggiungo, per ognuno dei presenti, il mio personale benvenuto.

Rivolgo, inoltre, i miei più vivi e fraterni ringraziamenti al Rettore della Basilica di Collemaggio, Don Nunzio Spinelli, alla Chiarissima Prof.ssa Loredana Marano che ci ha onorato della Sua presenza, proprio nella giornata di presentazione ufficiale della nostra iniziativa e pubblicamente vorrei ringraziare la Segretaria Organizzatrice dell’evento e Vice Presidente del CLE Abruzzo Molise, la Prof.ssa Roberta Magnate Trecco, la quale, con abnegazione e sacrificio, ha reso possibile la nostra presenza in questa sede.

Saluto, inoltre, il Rettore del Convitto Nazionale di L’Aquila, Dott. Prof. Livio Bearzi, le Autorità civili e religiose presenti e, certamente, non da ultimi, il M° Luigi Guardigli, autore di incisioni di opere su commissione di artisti storicamente noti, come Picasso e Guttuso e l’Ing. Antonio Pacilè.

La Delegazione Abruzzo Molise del CLE è stata costituita solo dopo un’attenta ed accurata ricerca tentando di far coincidere la porzione di territorio assegnata alla sua giurisdizione con un’area che fosse la più omogenea possibile per popolazione residente, per storia e per cultura.

Si è cercata una metodologia che individuasse nei valori condivisi la ragione della nostra presenza e proponesse i contenuti della nostra offerta culturale non come una curiosa ed elitaria bizzarria, ma come espressione di un vissuto condiviso che, partendo dalla scoperta delle radici comuni, facesse apprezzare il valore dell’iniziativa.

Non è un caso che per il nostro incontro si sia stato scelto il titolo “Ad fontes”, in modo tale che possa essere assunto unicamente come qualificazione propositiva di un modo di essere, di appartenere, di desiderare, di condividere e ricercare.

Vogliamo comprendere il nostro passato per capire da dove veniamo e chi siamo e questo solo per tentare di contribuire alla ricerca delle identità, perchè siamo convinti che, così come riportava Cicerone nel “De oratione Lib. II, 9, 35”, “Historia est magistra vitae” ovvero: "Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis" (La storia infatti è testimone del tempo, luce di verità, maestra di vita, messaggera del passato).

Non dimentichiamo che siamo il risultato della grande tradizione giudeo – cristiana [1] che ha diffuso il valore di persona, di rispetto dell’essere umano ed il principio della solidarietà tra le genti e che ha permeato la società occidentale di una concezione per cui: “conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” [2].

Per questa ragione oggi siamo nella condizione di attingere alle fonti storiche del nostro passato e lo vorremmo fare tentando di spiegare che in noi c’è un desiderio forte, che meglio può essere compreso utilizzando la similitudine tratta dal Salmo 41 (42): “come la cerva anela all’acqua, così l’anima mia desidera te o Dio” [3].

Per tentare di raggiungere i nostri scopi associativi, abbiamo prima di tutto cercato di comprendere le caratteristiche del territorio ed abbiamo cercato di applicare le regole classiche dove – non per nostra scelta - la realtà operativa doveva coincidere con una medesima circoscrizione la più omogenea possibile.

Per far comprendere meglio tale metodologia, si ritiene sia opportuno richiamare l’attenzione sulla circostanza che attualmente la Chiesa Cattolica definisce l’interazione esistente tra popolazione e territorio come “dioecesis” [4] e la presenta usando la medesima terminologia utilizzata dall’Imperatore Diocleziano quando divise l'Impero Romano in distretti amministrativi[5].

Anche in questo caso si è scelto di ricorrere alla metodologia che richiede di attingere “ad fontes” per non dimenticare chi siamo e da dove veniamo e costruire, intorno alla Provincia Valeria (allargata dai Franchi ai territori dei Marrucini, dei Frentani e dei Piceni), una realtà condivisa.

Per tale ragione si è proposto e realizzato un progetto culturale che intervenisse su una zona delimitata a nord dal fiume Truentus (oggi meglio noto come Tronto – fiume che per secoli ha diviso gli Stati della Chiesa dal Regno di Napoli) ed a sud dal fiume Fortore.

Forse perché inconsapevolmente influenzati dai Frentani, popolazione (presumibilmente di origine illirica) che, insediatasi tra i due bacili idrografici sopra indicati, già a partire dal secondo millennio A.C, venne poi assimilata ed integrata dalla cultura italica adottandone, dieci secoli dopo, anche la lingua, tanto da essere ascritta dagli storici tra le popolazioni italiche.

È pur vero che dobbiamo rispettare le particolarità sorte successivamente e tenere conto del fatto che già Carlo I d’Angiò, divise nel 1272, quello che veniva denominato il “giustizierato d'Abruzzo” [6] in due province: ultra flumen Piscariae o Abruzzo ulteriore e citra flumen Piscariae o Abruzzo citeriore, con un unico governatore residente a Chieti.

Come spesso capita nella nostra storia, dopo l’insediamento nel 1641 dell’agognato Preside di Aquila, la provincia però venne ridotta nelle dimensioni con l’istituzione, nel 1684, di un terzo Preside a Teramo e con la conseguente e naturale divisione della provincia “ulteriore” in due parti.

Tale situazione venne in qualche modo confermata nel 1807 quando, sotto il regno di Giuseppe Bonaparte (che fu Re di Napoli dal 1806 al 1808), l’area venne giuridicamente distinta in Abruzzo ulteriore I e in ed Abruzzo ulteriore II.

Agli inizi dell'Ottocento quindi la regione era divisa nelle tre province: di Abruzzo ulteriore I, con capoluogo Teramo; Abruzzo ulteriore II, con capoluogo L'Aquila; e Abruzzo citeriore, con capoluogo Chieti.

Destino differente aveva avuto il Molise diviso come era in tre giustizierati diversi, il Contado del Molise, l'Abruzzo citeriore e la Capitanata.

Occorrerà attendere la promulgazione della Costituzione della Repubblica ( 22 dicembre 1947), per trovare nuovamente insieme le aree comprese tra i fiumi Tronto e Fortore, in modo da costituire nuovamente un’unica realtà amministrativa denominata Abruzzi.

Così come venne riunita, parimenti venne separata e, con Legge costituzionale 27 dicembre 1963, n. 3, "Modificazioni agli articoli 131 e 57 della Costituzione”, venne istituita la Regione Molise, dividendo di fatto in due un’area omogenea.

Per tale motivo si è pensato di creare la XXVI Delegazione del CLE unendo nuovamente tutti i territori originariamente conformi, per proporre un nuovo cammino che ci veda uniti per il perseguimento dei medesimi fini.

Non vorremmo, però, fermarci alle motivazione della proposta su un’area territoriale e chiudere l’offerta culturale.

L’idea di proporre la lingua latina come veicolo di comunicazione moderno e condiviso trova le ragioni, proprio nella condizione di un’Europa divisa, lacerata da una pluralità di linguaggi, incapace di trovare una sintesi che la faccia uscire dal proprio torpore e nella babele nella quale si trova.

Per secoli la lingua latina è stata lo strumento usato per comunicare, in quanto figlia ed erede di una cultura sopravissuta alla realtà politico-militare che l’aveva diffusa.

Tuttavia viviamo una strana condizione: avversiamo la lingua latina, la consideriamo retaggio anacronistico di un’era morta e quanti la propongono nuovamente sono considerati reazionari, conservatori e vetusti.

Si accusano quanti vogliono proporre nuovamente il latino come veicolo di comunicazione sociale, di essere anacronistici in quanto, ormai, l’insegnamento è di fatto sparito dalle scuole italiane ed è stato soppresso da decenni dalla liturgia cattolica.

Sicuri del loro modo di interpretare gli eventi, alcuni considerano una fortuna aver imposto nelle celebrazioni ufficiali della Chiesa Cattolica la lingua locale in quanto le vecchiette recitavano a memoria testi incomprensibili storpiandone il senso.

Eppure… eppure il legittimo Governo della civilissima e democratica Finlandia ha scelto (non proposto) la lingua latina come lingua ufficiale dell’Unione Europea [7] e dal 19 agosto 2007 il primo canale ha ripreso le trasmissioni radiofoniche in lingua latina [8] presenti nel palinsesto già a partire dal 1989.

Eppure a seguito della Lettera Apostolica data in forma di Motu Proprio ed avente il titolo di “Summorum Pontificum cura”, Sua Santità Benedetto XVI ha dettato norme sull'uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970 ripristinando la lingua latina.

Quanto sopra precede, non deve essere inteso come una polemica sterile, priva di senso e non propositiva, ma il contributo ad una riflessione tutta europea, per un continente che ha ampliato l’offerta culturale ed eliminato l’analfabetismo.

Prima di ascoltare la voce e l’interpretazione in lingua latina del “Domine Deus” di Vivaldi e del “Panis Angelicus” di Cesar Franck della Soprano Maria Pia Di Gioia, accompagnata – all’organo - dal Maestro Ettore Del Romano, dal Violinista Gaetano De Bendictis, dalla Violoncellista, Cristina Cerasuoli, e dal Coro “Novantanove” vorrei fare un’ultima riflessione.

Gli artisti testè citati eseguiranno i brani della liturgia cattolica ed utilizzeranno la lingua latina che molti danno per morta e sepolta.

Ebbene, nel mese di febbraio, entrando in una scuola di Roma mi capitò di leggere una frase scritta con un pennarello sui muri che vorrei in parte riutilizzare: “la lingua latina è così tanto avanti a noi che, volgendosi indietro, riesce a vedere il nostro futuro”.

Vi ringrazio ancora per essere presenti così numerosi.
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[1] Cfr. Andrea Pamparana, Benedetto. Padre di molti popoli, Ed. Ancora
[2] Vangelo di San Giovanni (Gv 8, 32).
[3] “Quemadmodum desiderat ceruus ad fontes aquarum, ita desiderat anima mea ad te Deus” Psal. 41
[4] Concilio Vaticano II, Decreto “Christus Dominus” n. 11
[5] Jorge Ortega, Dentro la storia degli uomini, in: http://web.tiscali.it/INDACO/Ist_parr.htm Diocleziano divise l’impero in prefetture, diocesi e province.
[6] Termine con il quale veniva denominato un distretto amministrativo in periodo svevo ed angioino. Nel 1233, con capoluogo a Sulmona, venne istituito il Justitiaratus Aprutii. Con il Regno di Napoli ed il Regno delle Due Sicilie si preferì usare il termine di provincia.
[7] Testa giornalistica “La Gente d’Italia” Anno VII, Lunedi 3 Luglio- 2006
[8] http://www.italradio.org/portale/index.php?name=News&file=article&sid=945

lunedì 18 agosto 2008

Convegno "Ad Fontes"


E' previsto per il 24 agosto p.v. a partire dalle ore 18.30, a L'Aquila, presso la Sala Celestiniana, il Convegno "Ad Fontes" organizzato dalla Delegazione Abruzzo - Molise del Centrum Latinitatis Europae.


Al termine del Convegno la Corale Novantanove, diretta dal M° Ettore Maria Del Romano, eseguirà un concerto intitolato anch'esso "Ad Fontes"


venerdì 8 agosto 2008

Il latino per i più piccoli

Si può insegnare latino nella scuola primaria?
E' facile imparare il latino a 8-9 anni?


Questa la domanda che si è posta la Professoressa Roberta Magnante Trecco mentre si accingeva a scrivere il suo "Flos". E la risposta non poteva essere altro che...

SI!

L'autrice ha ideato una serie di racconti molto piacevoli ed interessanti per bambini della terza, quarta, quinta classe della scuola primaria. Protagonista è la Roma dei romani antichi, in cui vivono, si muovono, parlano bambini, famiglie, fiori, animali, dei e dee, oggetti che si animano: un mondo da favola che diventa una speciale porta d’accesso all’antico, un modo gradevole di apprendere famiglie di parole latine ed elementi grammaticali.

Il libro è diviso in tre sezioni, ognuna delle quali sviluppa tre unità, una dedicata ad elementi grammaticali, una ad elementi culturali, una alla mitologia. Ad ogni unità corrisponde un racconto.
Al termine di ogni storiella sono proposti esercizi di richiamo sotto forma di giochi sempre diversi, che spingono i bambini ad una partecipazione attiva perché viene chiesto loro non di ripetere, ma di riconoscere, trovare, mettere insieme, aggiungere, confrontare.

La piacevolezza del testo sta nella ricchezza e nella varietà delle situazioni, che sono in magnifico equilibrio fra presente e passato.
Una precoce dimestichezza con aspetti della cultura romana non può che facilitare l’acquisizione della dimensione del passato, oltre che l’acquisizione di termini e strutture latine. Flos è un libro da leggere non solo a scuola, ma anche a casa, perchè insegna ad essere curiosi, ad amare il sapere, oltre a veicolare anche altri valori molto importanti.
Recensione a cura della Prof.ssa Loredana Marano
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Flos - Latino da Favola
ED. INTERBOOKS 2006 €15,00
http://www.latinodafavola.it/

Obiettivi e speranze

Cosa si propone il Centrum Latinitatis Europae.


Il CLE si propone una serie di scopi ambiziosi, certamente di non facile realizzazione. In primo luogo si tratta di elaborare e proporre idee e programmi per la salvaguardia e la rivalutazione della Latinità, della Grecità, dell'Umanesimo e della cultura classica in genere, con un'attenzione particolare all'epoca tardo-latina, paleocristiana, medievale, rinascimentale e dell'epoca moderna, e ciò in vista di un lavoro interdisciplinare di vero stampo europeo, capace di inserirsi nel tessuto scientifico, culturale e filosofico dei tempi di oggi, dando impulsi di vario genere alla discussione sui temi più importanti della società contemporanea.
È intenzione del CLE organizzare nei prossimi anni manifestazioni di vario tipo dedicate a queste finalità, operare in sintonia con il mondo universitario e scolastico e cercare collaborazioni con note Accademie ed Istituzioni italiane ed estere. In questo modo si vuole contribuire alla rivalorizzazione e alla riscoperta di un patrimonio, in parte dimenticato e sicuramente sottovalutato.
Il latino non è solo quello di Virgilio o di Cicerone, ma anche l'eredità letteraria degli scrittori cristiani che contano sempre meno in programmi scolastici che ormai prevedono, in molti Paesi europei, una drastica riduzione dell'insegnamento della lingua communis del nostro continente.
Il "Centrum Latinitatis Europae" è orientato verso la promozione dei valori più alti dell'umanità:il diritto dell´uomo singolo a una vita dignitosa,il diritto dei popoli del mondo al rispetto della propria civiltà e cultura, il diritto di tutti gli uomini di buona volontà a una vita in pace e benessere ragionevole. La pacifica convivenza nel reciproco rispetto delle caratteristiche di ciascun popolo, di ciascuna civiltà, delle varie religioni del mondo,delle tradizioni e modi di vita diversi, il dialogo fra gli uomini di tutte le provenienze e di tutte le esperienze di vita sono elementi fondamentali per il nostro modo diessere “umanisti”. Intendiamo sforzarci per dare sempre nuovi contributi alla costruzione di un mondo nel quale possono convivere varie filosofie e culture divita. Il nostro lavoro deve essere anche un ponte tra l´Europa e il mondo intero,nel senso dello scambio di esperienze e concetti ideali. L´alta filosofia antica ed umanistica nelle sue emanazioni migliori ci insegna i valori della tolleranza, del rispetto, dell´amore per il prossimo e dell´amicizia oltre i limiti del consueto.

Centrum Latinitatis Europae

Il CLE si presenta...

Nel 1998 ha preso vita ad Aquileia (UD), luogo per eccellenza dei contatti culturali tra l´area mediterranea e l´Europa centrale, un nuovo Centro-Studi interamente dedicato alla salvaguardia, alla cura e alla reinterpretazione delle culture classiche. In collaborazione con la Fondazione per la Salvaguardia della Basilica di Aquileia, che cura gli interessi della Diocesi di Gorizia per quanto riguarda la tutela e la conservazione della basilica aquileiese, il Centrum Latinitatis Europae ha fatto partire il suo ambizioso programma, tenendo discussioni, conferenze, seminari e tavole rotonde in varie parti d’Italia e d’Europa.
Dal 2000 sono operativi i Punti-CLE di Cervignano (UD), Cividale del Friuli (UD), Ferentino (FR), Gorizia, Napoli e Trieste. Successivamente sono stati aperti i Punti-CLE di Arezzo, Sommacampagna (VR) e Verona. Di recente istituzione sono invece i Punti-CLE di Bassano, Catanzaro, Cosenza, Genova, Grado (GO), Milano, Modena, Montescaglioso (MT), Palermo, Ragusa, Reggio Calabria, Roma, Riva del Garda, San Severo (FG) e Treviso. Attualmente in Italia i Punti-CLE sono circa una ventina. In Europa siamo presenti ad Atene (Grecia), a Berlino (Germania), a Linz (Austria) e a Łódź (Polonia). Stiamo stringendo contatti operativi anche con la Croazia, la Francia, la Gran Bretagna, i Paesi Bassi, la Slovenia e l’Ungheria.
Il professore Rainer Weissengruber, figlio del ricercatore Franz Weissengruber, morto nell´agosto del 1998, al quale è dedicato il Centro-Studi per ricordare la sua attività di ricerca nel campo della cultura tardo-latina e patristica, è il presidente del Centrum.
All’inizio hanno efficacemente operato don Graziano Marini, direttore della Fondazione per la Salvaguardia della Basilica di Aquileia, e don Luigi Pontel, preside del Liceo Linguistico Europeo “Paolino d´Aquileia” di Gorizia, il prof. Giuseppe Reale (Reggio Calabria), fondatore ed ex-rettore dell’Università per Stranieri di Calabria; la prof.ssa Angiolina Lanza (Verona), instancabile organizzatrice di eventi, ed il dott. Franco Fornasaro (Cividale del Friuli), il prof. Piero Marangon. Nel 2002 sono entrati a far parte del Consiglio Direttivo la prof.ssa Loredana Marano, che ha dato grande impulso al fervore creativo, e il prof. Giampaolo Dabbeni (Trieste), che ha creato interessanti collaborazioni con l'Università di Trieste. Nel Comitato Scientifico lavorano i professori Gian Domenico Mazzocato (Treviso), Mauro Agosto (Napoli) e Fulvio Calabrese (Verona).
Il CLE ha buoni contatti con le associazioni di latinisti di varie parti d’Europa (ad esempio con la Sodalitas di Vienna), con Università e con numerose scuole superiori di vari indirizzi. I legami internazionali del Centrum Latinitatis Europae sono un elemento caratterizzante dell’attività che deve diventare sempre più di oltrefrontiera.
Nuova è la fondazione di una rivista scientifico-didattica sull’insegnamento delle lingue classiche (che riprende in parte concetti e modelli d´Oltralpe), con sede a Montella (AV), in collaborazione con l’Accademia Vivarium Novum.
Di particolare rilevanza sono i progetti delle “Accademie del CLE”: Montescaglioso (MT) per quanto riguarda la musica, Bassano del Grappa (VI) per l´Umanesimo letto in chiave moderna, Genova per le conversazioni al Caffè Latino, Gorizia per le tematiche della pace, Treviso per la ricerca nel campo della didattica. I sodalizi affiliati trattano tematiche specifiche: sono attivi il Sodalizio Anaunia Latina di Cavareno (TN), l’Academia Foederata Europae (Cividale del Friuli), in collaborazione con l´Archivium Forumjuliense. La carta di Cividale serve come orientamento filosofico di questo progetto. Il CLE partecipa attivamente a questa iniziativa, lavorando in sintonia su un vasto progetto culturale rivolto soprattutto ai giovani d’Europa.

martedì 5 agosto 2008

Diritti umani e passato

Diritti umani e passato: è tempo di dare nuovo slancio alla promozione dei diritti umani in nome di un miglioramento della qualità della vita.

Ogni società si preoccupa di conservare la memoria del suo passato, che risulta vitale per la tutela della propria identità. Questo principio vale anche nella vita del singolo: lo “smemorato”, cioè chi, per un trauma o per malattia, ha perso la memoria, si sente sperduto, privato della stessa identità di persona, incapace di dare senso al presente e, soprattutto, al futuro.
Nell’antichità la memoria del passato era affidato al sacerdote, il quale, depositario del Sacro, percepiva il valore del tempo che oltrepassa la vita del singolo uomo. La storia aveva il compito di tramandare l’uomo nella sua interezza. Oggi, invece, viene studiata con “metodo scientifico”, viene analizzata, sezionata per raccogliere informazioni, indagare su cause e conseguenze.

Solo nell’Umanesimo (1400) si è attuato uno studio sistematico del passato, della cultura di Roma antica, in particolare la storia, l’oratoria, il diritto, l’architettura, la letteratura, e della filosofia greca. Un secolo di studi, di confronti fra intellettuali di tutta Europa e con le culture orientali per creare il nuovo, lo splendido Rinascimento (1500).

Ritrovare l’Uomo al di là delle incrostazioni storiche, dei falsi bisogni, di ogni velleità di dominio sugli altri o sulla Natura, ritornare al Semplice, pur consapevoli della complessità è una necessità in un’epoca in cui la maggior parte ha smarrito il senso dell’umano; è un dovere nei confronti dei giovani a cui non lasciamo eredità culturali, ma solo ferite e una pericolosa corsa allo sfruttamento delle risorse naturali ed umane .

Non idealizzare né restaurare il passato, ma suscitare interrogativi, creare immagini di forte impatto emotivo, promuovere comportamenti che diano sostanza alle leggi sui Diritti Umani, questo è l’impegno in cui ci dobbiamo misurare. La legislazione in merito alla salvaguardia dei diritti fondamentali dell’uomo è perfetta, ma è priva di un contenitore, cioè di quel consenso morale che costituisce la struttura, il supporto. E’ come se avessimo le istruzioni per l’uso dell’automobile, ma non l’automobile.

Il rispetto dei diritti è proporzionale al valore che attribuiamo alla Vita, all’ Uomo/Donna, alla Natura, perciò è su questo che si deve lavorare. In particolare va impostata diversamente la conoscenza della Natura, non per dominarla e rapinarla, come è stato fatto nel ‘900, quanto per indagare circa l’essenza dell’uomo, per individuare nuove finalità e nuove direzioni di senso.

La sfida è pressante e non vale più scaricare colpe e responsabilità su questo o su quello: siamo tutti chiamati a dare un contributo in prima persona. Questa è l’unico, vero modo di fare politica in una società enormemente dilatata, per cui è impensabile che una classe politica, per quanto virtuosa possa essere, riesca a moltiplicarsi per i milioni, i miliardi della popolazione.

Le alternative sono: uno stato di polizia con un rapporto uno ad uno, cioè un cittadino un poliziotto; oppure l’anarchia ed il prevalere del più forte.

Che fare?

Capire i principi in base ai quali si sono costituite le leggi (il diritto attuale affonda le sue radici nella cultura romana) e si è consolidato il diritto consuetudinario;
Creare potenti immagini tratte dal presente, capaci di sintetizzare un’idea e di suscitare cambiamenti di comportamento.
Confrontare le nostre immagini con quelle delle altre culture contemporanee, badando a non cadere nelle mille possibili ipotesi di interpretazione, ma rimanendo ancorati alla Semplicità: si deve privilegiare l’esempio, l’immagine, rispetto alla loro decodificazione.

Abbandoniamo l’idea del tutto e subito, in quanto non è così che la Natura procede: ci sono voluti secoli, millenni per costruire ogni struttura complessa. Perciò occorreranno anni e migliaia di persone per ottenere un minimo cambiamento.

Forse solo i nostri figli vedranno i primi risultati, ma sarà valsa la pena.


Loredana Marano

lunedì 4 agosto 2008

Presentazioni

Il punto CLE di L’Aquila (Delegazione Abruzzo-Molise), che ha trovato gradita ospitalità presso uno degli studi legali della città, grazie alla disponibilità del suo titolare Avv. Paolo Enrico Guidobaldi, patrocinante presso i Tribunali ecclesiastici, mira al raggiungimento di un obiettivo principe, quale la diffusione e la salvaguardia dei valori ereditati dalla civiltà greco-latina.

Sostenere quale sia la valenza culturale del mondo classico sulla civiltà moderna sarebbe poco significativo, nel momento in cui ci si limitasse a declamarne le “bellezze” senza trovare, però, un immediato riscontro nella realtà attuale.
E’ pertanto intento di questo punto CLE creare una rete di azioni in perfetta sintonia tra loro ed impegnarsi nella realizzazione di incontri a vario livello e di diverso tipo.

Verrà stilato infatti un accordo di programma con le Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, a partire da alcune scuole primarie della città, presso le quali è in corso un tentativo di insegnamento della cultura latina, egregiamente condotto da docenti estremamente sensibili ed attente alle esigenze delle nuove generazioni.

L’attenzione del nostro Centro, pertanto, sarà rivolta alla sensibilizzazione non solo dei propri concittadini, che possono vantare la presenza in città di uno dei Licei classici più prestigiosi d’Italia, il Liceo classico “D. Cotugno”, bensì a quella di tutti gli Abruzzesi e di tutti i Molisani.
Dunque, oltre ad attività pensate per il pubblico ed il personale della scuola in genere, il CLE dell’Aquila, si preoccuperà di sviluppare temi ed argomenti che vedano la classicità coinvolta a tutto tondo, considerato anche lo stretto legame con la madre patria Roma.
Conferenze e dibattiti che promuoveranno la divulgazione della Latinitas, intesa non solo come Lingua, ma come substrato indispensabile per la comprensione piena e profonda dei vari saperi umani:

il latino ed il diritto
il latino e la storia
il latino e l’archeologia
il latino ed il mito.

In quest’ottica verranno promossi ed approfonditi i legami tra la musica e la latinità, anche attraverso la realizzazione di concerti e di messe cantate in latino.
Il ricchissimo patrimonio culturale, che il nostro territorio conserva e che ci svela di continuo con stupefacente meraviglia attraverso la scoperta di siti archeologici di grande interesse, quali ad esempio quelli recentemente rinvenuti nella Piana di Navelli (prov. di L’Aquila) e nella zona di Cavalletto d’Ocre sempre nella nostra provincia, ci porteranno ad intessere incontri con le Autorità competenti per un’attenzione sempre più rivolta al recupero e alla salvaguardia della classicità e nello specifico della Lingua latina nella sua pluridisciplinearità.